Da sempre sosteniamo che in Ucraina non vi sia stata una
rivoluzione “democratica” e “popolare”, ma un colpo di Stato fascista
appoggiato e finanziato da Stati Uniti ed Unione Europea. In questi giorni è
arrivata un’ulteriore conferma di tutto questo. Come è noto il 2 dicembre è
stato formato il nuovo governo ucraino. I più informati sapranno che tale
governo presenta una caratteristica particolare che dall’Occidente (cioè dai
capoccioni euro-atlantisti) viene vista come una interessante novità, come un
esperimento: ben tre ministri (e tra i più importanti, aggiungiamo noi) non
sono ucraini, ma provengono da altri Stati. Non riusciamo a vedere nessun lato
buono in questa storia, ma vediamo solo le nefandezze dell’imperialismo ed il
compimento del fine ultimo del blocco euro-atlantico: la distruzione totale
della sovranità ucraina e la sottomissione completa di Kiev all’Impero. Ma
andiamo per gradi ed iniziamo con una breve biografia dei tre ministri in
questione, in modo che si possa capire meglio quanto stiamo dicendo.
Natalie Jaresko, ministro delle Finanze. Sebbene abbia
origini ucraine è nata negli Stati Uniti, dove è cresciuta e dove ha completato
i suoi studi (presso la John F. Kennedy School of Government e presso la DePaul
University).
Successivamente ha occupato diversi ruoli legati al settore
economico presso il Dipartimento di Stato a Washington. Inoltre ha coordinato
le attività del Dipartimento di Stato, del Dipartimento del Commercio, del
Tesoro, del United States Trade Representative e del Overseas Private
Investment Corporation per quanto riguarda le loro relazioni economiche con
l’Unione Sovietica ed i Paesi successori. Ha avuto rapporti col Fondo Monetario
Internazionale, con la Banca mondiale e con la European Bank for Reconstruction
and Development. Dal 1992 al 1995 è stata dirigente della Sezione economica
dell’Ambasciata statunitense a Kiev. È inoltre amministratrice delegata di un
fondo di investimenti del gruppo Horizon Capital.
Aivaras Abromavicius, ministro dell’Economia e dello Sviluppo.
È un banchiere lituano, socio della società di investimenti East Capital. Ha
iniziato la sua carriera presso la Hansabank (la più grande banca dell’area
baltica) e ha proseguito presso altri istituti economici e finanziari. Come
riportato da “Il Sole 24 Ore” ha anche ricoperto incarichi presso il
Dipartimento di Stato degli USA.
Alexander Kvitashvili, ministro della Sanità. Grazie ad un
fondo economico del Dipartimento di Stato di Washington ha studiato presso la Robert F. Wagner Graduate School of Public
Service, a New York. È stato ministro del Lavoro, della Sanità e degli Affari
sociali nel suo Paese natale, la Georgia, durante la presidenza di Saakashvili.
A prima vista si nota che tutti e tre questi
nuovi ministri (cui è stata immediatamente concessa la cittadinanza ucraina,
con un’urgenza pari solo alla fretta che l’Occidente ha di depredare l’Ucraina)
hanno in comune due cose: il mondo finanziario ed il Dipartimento di Stato di
Washington. In realtà hanno anche un terzo punto in comune. Come afferma sempre
“Il Sole 24 Ore” (quindi una fonte al di sopra di ogni sospetto) il processo di
“head hunting” (cioè di ricerca del personale, di selezione) è stato compiuto
dalla Fondazione Renaissence, un gruppo di consulenza politica. Nemmeno a farlo
apposta tale gruppo è finanziato da Sua Eccellenza l’Eminenza Grigia George
Soros. Il quadro è completo, il cerchio si chiude ed il cappio si stringe
attorno al collo del popolo ucraino. Con l’imposizione di questi ministri
stranieri il blocco euro-atlantico distrugge ulteriormente la sovranità
nazionale ucraina e si avvia al dissanguamento totale del popolo ucraino. Tre
persone di comprovata fede, selezionate direttamente da Soros (quindi
dall’elite capitalista) hanno occupato posti chiave all’interno del governo di
Kiev. Ricordiamo, per inciso, che, a poco tempo dalla presa di potere da parte
della Giunta fascista, il Fondo Monetario Internazionale aveva subordinato
l’invio di aiuti economici (peraltro estremamente blandi) all’approvazione di
determinate riforme quali l’eliminazione del divieto alla privatizzazione dei
terreni agricoli, una profonda rivalutazione delle partecipazioni statali, una
svalutazione della moneta, il taglio dei fondi per i bambini in età scolare e
per gli anziani…
Insomma, tutte riforme che darebbero l’avvio
al saccheggio totale dell’Ucraina da parte dei potentati economici occidentali.
Riforme (se ci concedete l’uso improprio di questo termine) assicurate dopo
l’occupazione del governo di Kiev da parte dei fedelissimi euro-atlantici.
E nonostante tutto i nostri mass-media
continuano a dire che è la Russia ad occupare e a distruggere l’Ucraina…
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