domenica 7 dicembre 2014

Israele bombarda la Siria

Ieri scrivevo un breve post riguardante la notizia che la Camera dei Rappresentanti del Congresso statunitense ha autoirzzato il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama a dichiarare guerra alla Federazione Russa guidata da Vladimir Putin.
Oggi arriva una nuova, inquietante notizia (ovviamente passata in sordina dai mass-media ufficiali): il regime di Israele ha bombardato l'Aeroporto Internazionale di Damasco, in Siria. Dal 2011 (cioè da quando il blocco euro-atlantico è partito con l'aggressione alla Siria di Bashar al-Assad, con la speranza di distruggere questo alleato della Russia in Medio Oriente come avevano fatto con la Libia di Gheddafi) le forze armate israeliane hanno compiuto diversi attacchi contro la Siria, colpendo principalmente obiettivi militari. Insomma, un ulteriore esempio che rende ancora più chiaro chi sono gli alleati dei "ribelli" siriani. 
Tuttavia quello che mi preoccupa ora è il terribile concatenarsi di eventi. Oltre la guerra che è tornata in Europa e gli Stati Uniti che, impazziti, rendono concreta l'ipotesi di una guerra contro la Russia (e, di conseguenza, i suoi potenti alleati, Cina in testa), pure il Medio Oriente torna ad infiammarsi.
Non solo con la questione poco chiara dell'ISIS (altra creatura della CIA), ma con gli attacchi del regime israeliano, avamposto dell'imperialismo occidentale nella regione.
Domani proverò a scrivere un articolo analizzando tutti questi fatti e provando ad ipotizzare le possibili conseguenze. Nel frattempo torno a chiedermi (e a chiedere) con che titolo (e con che arroganza) l'imperialismo si permette di attaccare Stati sovrani a proprio piacimento, senza che vi siano conseguenze. Torno pure a sottolineare come i mass-media siano totalmente asserviti all'oligarchia finanziaria. Subito pronti a censurare qualsiasi azione di tutti quei Paesi che in un modo o nell'altro vanno contro il blocco occidentale, ma subito zitti per quanto riguarda le azioni dei potenti alleati dell'Europa o degli Stati Uniti. E, per ultimo, torno a chiedermi (e, di nuovo, a chiedere) fino a quando i popoli sopporteranno queste situazioni. Ci lasceremo davvero trascinare verso un nuovo, terribile conflitto? O, finalmente, reagiremo?

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